Rime in occasione della finale di Coppa Italia, in cui Robista fa un po' il gradasso e Iokanaan il prudente.

 

 

OCCASIONE: Finale di Coppa Italia della stagione 34, in cui le due squadre dell'Etruria Romana e dell'Atletico Trenette s'incontrano per la conquista del trofeo. Le cronache registrano un tabellone agevolissimo per la squadra genovese e ben più arduo per i romani, che giungono all'ambita meta dopo aver eliminato dalla competizione ben tre squadre di serie B e persino i Campioni d'Italia in carica. Il primo ad affilare le lame della poesia è il favoritissimo della vigilia: Robista il trenettiano.

 

 

 

ROBISTA:

Ma che bella sta giornata
in attesa alla serata
Con gli amici miei romani
fatta festa a piene mani
Di trenette e di frascati
ci siam bene satollati
Con la pancia rimpinzata
siam saliti in gradinata
Ora basta festeggiare
giunto è il tempo di pugnare
Pur con gran cordialità
aperte son le ostilità
Vi sappiamo assai gagliardi
cari amici miei goliardi
Già pensate alla baldoria
per festeggiare la vittoria
Ma il sogno vostro è troppo ardito
l'avversario è assai agguerrito
e dall'amico suo romano
vuol pararsi il deretano
Forza! Abbiamo il vento in poppa
mò prendiamoci sta coppa
Ci crediamo fortementente
e cantiamo allegramente
Una sola è la parola
che urliamo a squarciagola:
TRE-NET-TE-TRE-NET-TE-TRE-NET-TE.

 

 

IOKANAAN:

E’ giunto ormai il momento,
bando a dubbi e malcontento,
bando pure a ogni lamento.
Con la crisi in parlamento
noi pensiamo al godimento
di una serata monumento.
E’ alla Coppa il riferimento,
di quest’anno il grande evento!
Non per fare il paravento
ma la trenetta è un alimento
che abbisogna di condimento.
Sarà ben duro nutrimento
se tolto il pesto come elemento
dei Legionari il reggimento
ci aggiungerà del buon cemento!
Ma la spocchia non ostento,
non c’è boria nel mio accento,
soprattutto è un giuramento
(ma potrei dire “sacramento”)
che di fare io mi sento:
quello di amicizia e sentimento.
Qui lo dico e qui non mento
che Robista è un gran portento,
e le Trenette fan spavento!
E giacché son tanto attento
ahimè con anticipo e sgomento
faccio pure il testamento!
Qui finisce il canto in “ento”,
sarà meglio, me lo sento,
prima che il lettore intento
mi diventi sonnolento!

 


ORGOGLIOSAMENTE ETRUSCO-ROMANI!
ORGOGLIOSAMENTE ETRUSCO-ROMANI!

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